sabato 13 dicembre 2014

#Piùlibri14 - Il mercato del libro e l'incontro con gli editori

La Fiera dicembrina al Palazzo dei Congressi dell'Eur, quest'anno, deve aver portato un po' sfiga. Faccio questa affermazione perché nella settimana che si sta concludendo, settimana ancora in cui gli editori fanno bilanci, di fine fiera e di fine anno, stanno giungendo notizie di disagio profondo: case editrici storiche come :due punti ed edizioni di passaggio fermano la loro produzione, mentre Carocci inizia a licenziare in massa. Lo sconforto è grande, ma in realtà non sono molto stupita, dopo che il 4 dicembre, a Più Libri, ho partecipato alla conferenza sul Mercato del Libro. Una tappa obbligatoria per capire l'andamento delle vendite della piccola e media editoria, dati Nielsen alla mano. Che ovviamente non sono incoraggianti. Stiamo attraversando un momento difficile, e questo ci viene ricordato da più fonti. Tutte le indagini rilevano infatti che il clima percepito dalla popolazione italiana non è positivo. Per quanto riguarda l'editoria: 
"è un segno meno per i piccoli editori nei primi dieci mesi del 2014, con performance sostanzialmente in linea con il resto del mercato. I piccoli editori registrano un calo a copie vendute del -3,4%. Va meglio il valore del venduto: - 2,5%".
Esiste però "una punta di diamante innovativa e attenta in grado di segnare il mercato nel suo complesso", perché è stato riferito che questo andamento, se ricondotto solamente a quegli editori presenti in Fiera, sarebbe di molto cambiato, con un segno più, timido, comunque positivo. Subito dopo però altro dato sconfortante: un bel -4,6% sul trend complessivo del mercato (il Natale è ovviamente escluso da queste statistiche, e si spera che come ogni anno contribuirà a dare un po' di respiro). Mi guardo intorno e vedo diversi tipi di facce: volti impassibili, volti coperti da i-pad che immortalano le slide, volti segnati dal dolore, volti in cui si legge la voglia di non mollare. La frase che sento di più è che non viene detto niente che già non si sapesse. C'è stata una timida ripresa estiva, i "piccoli" sono in linea con gli andamenti del mercato, e i libri per bambini e ragazzi registrano una crescita positiva da tre anni a questa parte. Su questo però non bisogna lasciarsi andare ai facili entusiasmi perché, come fa giustamente notare qualcuno, si debbono escludere i vari best-seller e i libri-giocattolo, e porsi quindi qualche domanda in più per analizzare questa situazione in controtendenza, perché alla fine i libri per bambini vengono comprati da quegli stessi adulti che poi non comprano i libri per se stessi. 
Prende poi la parola Alice Di Stefano, editor di Fazi editore, che commenta i dati numerici dicendo che l'editoria deve orientarsi (e lo sta facendo) sempre di più verso la qualità, e per quanto riguarda il piano culturale, e per ciò che concerne la cura dell'oggetto libro. Si augura una tendenza sempre maggiore a pubblicare meno libri, ma con più cura. I dati in questo senso rispecchiano qualcosa di positivo, confermando la fine del fenomeno del libro low-cost che aveva impazzato qualche anno fa destabilizzando il mercato. Certo, i libri possono costare meno, la cosa sbagliata è la super-produzione. Forse si potrà ricominciare a influenzare i lettori anche culturalmente, con scelte forti e ragionate. 
Interviene infine il presidente dell'AIE (Associazione Italiana Editori) Marco Polillo, che cerca di riflettere su ciò che porta via spazio alla lettura: non può essere, dice, solamente il gioco del solitario sul tablet, bensì un impoverimento della società, una nuova trascuratezza intrinseca anche nei confronti della lingua italiana, che oggi manca dei generi dei prima necessità. L'errore è pensare che certe cose non servano più. Quale sarà allora il futuro del libro: Forse perderemo ancora qualcosa, ma il travaso tra cartaceo e digitale non segnerà un abbandono: molte persone si avvicinano ad un libro attraverso il digitale, e poi si vanno a comprare una copia cartacea. Vi è una situazione affettiva ancora molto forte per il mondo che si crea intorno alla parola scritta.





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Benissimo. In un misto tra senso di morte ed esaltazione massima, sconfitta e voglia di rivalsa, disagio, disagio, disagio e stolta euforia, mi avvio tipo sonnambula, una sorta di personaggio munchiano, verso le miriadi di stand di questi alieni, questi paladini del fermento culturale italiano, queste zecche attaccate ancora all'idea di mettere in circolo Bella Letteratura: gli editori. A voi il racconto di tre realtà meravigliose del panorama editoriale italiano:
  • L’Orma editore: «Un progetto editoriale votato a dare voce alle violente e talvolta armoniche contraddizioni della contemporaneità. Attingendo ai fertili bacini francesi e tedeschi, L’Orma punta su una elegante leggerezza di toni coltivando una cura speciale per le traduzioni e lo stile e la convinzione che la letteratura sia il mondo fatto di lingua. In libreria dal 4 ottobre 2012, per raccontare l’Europa che siamo e che saremo».
  • Nuova Editrice Berti:  «La Nuova Editrice Berti nasce nel 2011. In questi tre anni ha proposto classici inediti della narrativa straniera in formato pocket, una collana dedicata al poliziesco, riflessioni filosofiche contemporanee, testi capitali della saggistica in formato tascabile e originali titoli food, sempre nella massima cura del dettaglio grafico e tipografico» 
  • nottetempo: «nottetempo, fondata nel 2002 da Ginevra Bompiani e Roberta Einaudi, è una casa editrice nata da un progetto: pubblicare libri di qualità, narrativi e saggistici, scritti con l’avvincente leggerezza evocata dalla veste grafica. La parola che unisce forma e contenuto è leggibilità. La pagina è piacevole, i caratteri abbastanza grandi da non costringere una corsa affannosa agli occhiali, il volume leggero, i margini ampi. Il libro è n oggetto comodo, che si piega alle esigenze del lettore, si ricorda di lui quando è a letto (insonne, pigro, malato), in viaggio o in attesa...».

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Allo stand di Sur arriva una donna bellissima, che porta con sé un'enorme carica di energia e positività: è Chiara Di Domenico, ufficio stampa de L'Orma Editore. Rimango letteralmente ammaliata dalla sua personalità, e non posso fare a meno di andare a conoscere la casa editrice per cui lavora. Ne avevo sentito parlare da Elena Stancanelli al Pisa Book Festival, e finalmente posso toccare dal vivo (e portarmi a casa) Il posto di Annie Ernaux (che tra l'altro è stato letto via twitter da Il tè tostato e @TwoReaders!). Arrivata allo stand faccio subito due chiacchiere con la caporedattrice Elena Vozzi, una ragazza semplicemente innamorata matta del suo lavoro. Mi racconta la storia del suo ingresso in casa editrice, una sorta di favola dei tempi moderni: annuncio su internet, colloquio e in un attimo è entrata a far parte di un mondo che adora. "Non c'è un libro", mi dice, "che non leggerei anche se non fosse pubblicato dall'Orma. Facciamo titoli davvero meravigliosi, e ringrazio ogni giorno per essere qui!". Io ho già le lacrime agli occhi, ma mi devo dare un contegno perché sto per incontrare Marco Federici Solari, uno dei due fondatori (insieme a Lorenzo Flabbi) di questa realtà editoriale. Il sorriso di Marco mi stende, ma riesco a ripigliarmi e ce ne andiamo a prendere un caffè al baretto della Fiera. Voglio sapere tutto, ma proprio tutto, su com'è nata L'Orma, quando dove perché! Marco mi confida che sul sito sono volutamente molto parchi nella sezione "Chi Siamo": preferiscono sempre fare due chiacchiere live
Tutto è nato durante gli anni dell'Università, da una bella amicizia e dalla passione per la cultura europea (tedesca e francese, nello specifico). Il sodalizio intellettuale tra Marco e Lorenzo ha unito il loro amore rispettivamente per Germania e Francia. Dopo qualche anno trascorso a Parigi, i due si sono ritrovati a Berlino (dovevano rimanere due mesi e invece vi hanno abitato per due anni), e lì è nata l'idea di creare qualcosa. Hanno pensato a tutta una rete di persone che potevano essere coinvolte, e si sono dati dei paletti: sei mesi per pensare ad un progetto concreto, un piano pratico e strutturato, e del tempo per sognare, per fare finta che non vi fossero limiti alle possibilità di realizzazione. E così nel 2009, sul loro divano blu nel quartiere di Kreuzberg, hanno gettato le basi per quella che ora è L'Orma editore. Trovandosi in uno dei quartieri più multiculturali della capitale tedesca, Marco e Lorenzo hanno potuto pensare a quell'Europa che riguarda tutti noi, che esiste anche in Italia, fatta di stratificazioni culturali e temporali. Una letteratura che viene raccontata, e che hanno deciso di portare in Italia. Per ora pubblicano quindi solo scrittori francesi e tedeschi. In Italia, poi, ci saranno allo stesso modo scrittori che hanno il medesimo sguardo che loro cercano, e quindi si inseriranno nella linea editoriale. Siamo ormai nel 2011, e questi ragazzi hanno bisogno di un nome per il loro progetto (il nome pilota era "Progetto Clarissa", così si chiama il cane di Marco!). Nel frattempo sono tornati a Milano, è il giorno in cui Pisapia ha vinto le elezioni comunali, e in un clima di euforia, di rinnovamento e di speranza i due decidono che questa casa editrice s'ha da fare (io a questo punto sono completamente andata, prendo appunti a caso, sto per alzarmi in piedi e chiedere una ola agli avventori del bar). Istituiscono allora un vero e proprio sondaggio selezionando 15 nomi da proporre a 75 amici, e tra varie proposte più o meno improbabili ecco che viene fuori L'Orma: LORenzoMAco (oddio, oddio, lo spirito da terza media, ma io adoro!), ma soprattutto l'orma in cui si vogliono inserire e quella che vogliono lasciare.  



L'Orma è infatti una casa editrice di progetto: la maggior parte dei titoli è raccolta nella collana I pacchetti. L'intento, citando Harold Bloom, è quello di "rovinare le sacre verità", di fare qualcosa di più commerciale e ammiccante all'interno di un più ampio discorso culturale, proponendo titoli un po' dimenticati di autori famosissimi attraverso le loro immagini più famose. Parole che devono arrivare a tutti, di autori che devo essere già conosciuti ai più. la cartina di tornasole è Zia Vanda: se lei sa di cosa si sta parlando, allora si può procedere alla pubblicazione! 
C'è da dire che fin da subito hanno avuto un bel respiro nazionale, grazie appunto ad un progetto insieme valido per contenuti e bello per grafica, costruendo immediatamente una forte credibilità. Marco infatti ha puntato tantissimo su Uwe Johnson, i cui scritti sono raccolti nella collana Kreuzville Alpeh (crasi tra il quartiere di Kreuzberg a Berlino e Belleville a Parigi). Ma ecco la dichiarazione epica di Marco: "sulla mia tomba voglio che ci sia scritto Colui che ha portato in Italia Johnson". Buahah! Insomma, un bel biglietto da visita anche per le case editrici straniere, che possono proporre davvero letteratura in cui credono. 
Per finire, qualche parola di speranza anche per risollevarsi un po' il morale dopo l'incontro sul Mercato del Libro. La piccola editoria è un'eccellenza italiana (come Marco Cassini racconta in Refusi [Laterza, 2008]. Un libro che tra l'altro vi consiglio tantissimo), e L'Orma arriva come anticorpoberlusconiano, come atto politico alla fine del ventennio, con la voglia di cose fatte bene, voglia di complessità dopo anni di semplificazione e superficialità.  
Lascio Marco Federici Solari con la sensazione di aver raccolto una testimonianza esemplare di ciò che vuol dire avere un’idea, avere la possibilità di realizzarla, non lasciarsela scappare, costruire qualcosa con passione e continuare a lavorare duramente per diffonderla e farla apprezzare. Cose belle. Lacrime di gioia.


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È sabato, ho appena conosciuto Marco Presta ed il mio livello di LOVE LOVE LOVE è alle stelle. Sono quasi le due, il pranzo è un miraggio, il giorno prima ero mezza morta causa influenza infame, e devo recuperare sulla tabella di marcia. Sacrifico un paio di incontri ed il mio appuntamento col cibo, e vado alla ricerca di editori che abbiano voglia di fare due chiacchiere. Con fare un po’ trasognato mi avvicino ad uno stand che mi colpisce per le copertine accattivanti, un po’ retrò e che recano nomi di autori classici insieme a qualcosa di più particolare. Alzo la testa e scopro che si tratta della Nuova Editrice Berti, a me totalmente sconosciuta. Perfetto! 


Incontro Cecilia Mutti, direttrice editoriale. Una donna sorridente e dal piglio fermo, che mi racconta che nel 2011 hanno rilevato la Libreria Editrice Berti di Piacenza, specializzata soprattutto in ambito religioso e psicologico. Cecilia arriva invece dalla narrativa, e ha maturato esperienze in molti campi dell'editoria (editor, traduzione, redazione): è stato così naturale dare una virata alla Editrice Berti verso il mondo della letteratura, e lo si è fatto recuperando titoli di autori classici, chicche non più disponibili in catalogo o ancora inedite: ci sono degli estratti di Proust scovati e assemblati ex novo, i racconti di Virginia Woolf Lunedì o martedì (che io ho ovviamente acquistato), Dickens, Verne, Swift... La casa editrice ha regalato a questi capolavori una veste grafica più briosa per cercare di avvicinare quei lettori magari spaventati dal mattone classico: il loro approccio è quello della lievità. 
La sede legale della Nuova Editrice Berti è rimasta a Piacenza, ma la redazione si è spostata a Parma. In realtà la loro è una realtà editoriale con punto vendita e spazio per il coworking (ommioddio ma che bello!). Hanno pubblicato 60 titoli in tre anni per dare corpo al catalogo, mentre ora stanno un po' rallentando per vedere come i lettori recepiscono il loro piano editoriale. Chiedo a Cecilia quali altri programmi hanno in serbo per il futuro: mi racconta che vorrebbero pubblicare anche autori contemporanei, ma prima la casa editrice ha bisogno di acquisire rispettabilità, di farsi un nome insomma. Anche perché la contemporaneità è un po' più difficile da trasmettere. Hanno però due belle sorprese, un autore israeliano-yemenita e uno della Guinea francese. Puntano moltissimo sulla valorizzazione del traduttore. Lavorando principalmente con libri che sono fuori diritto (che chiunque cioè può pubblicare senza pagare i diritti all'autore) hanno investito sulla traduzione e sulla grafica. Il loro catalogo comprende inoltre la saggistica italiana e la varia, con l'idea di offrire il più possibile ai lettori curiosi. 

Io sono letteralmente impazzita, e oltre ai racconti della Woolf ho preso anche la sua raccolta di saggi Granito e arcobaleno, e poi Il libro di Mrs Beeton, e poi una Il topolino Johnny Town di Beatrix Potter (cioè mi stavo per mettere a piangere quando ho visto i libri di Beatrix Potter, sono cresciuta con Peter il coniglio, amore allo stato puro!).      


***

Non paga, ed esaltata dalla conoscenza di mondi sempre nuovi, sempre diversi, sempre megabelli, rimando ancora il mio pranzo e corro da nottetempo. Questa è per me invece una realtà ben nota, che conosco dal lontano 2008, quando un mio caro amico, compagno di Università, venne preso a fare lo stage curricolare dalla casa editrice romana. Mi sembrava che dovesse andare tipo che ne so, alla Microsoft ecco. Lo avevo invidiato tantissimo! Le loro copertine mi piacciono un sacco, così come il formato dei loro volumi. Sono riconoscibilissimi, e la qualità non manca. Tutto è merito di un piano editoriale preciso e deciso, che mi faccio raccontare da Carla Fiorentino, responsabile dell'ufficio commerciale di nottetempo da sette anni. Mi spiega che operazioni accorte come la ripubblicazione di Virginia Woolf (le racconto che ho letto Flush per il Progetto di Lettura) ripagano anche dal punto di vista commerciale, e che la struttura del piano culturale è affidata a Chiara Valerio, che ha tradotto proprio la Woolf. Mi permetto di chiedere a Carla come hanno preso il non ingresso nella cinquina del Premio Strega 2014 di Ovunque, proteggici di Elisa Ruotolo (era candidato anche a Libro dell'anno di Fahrenheit, ma come sappiamo l'8 dicembre è stato incoronato vincitore Zerocalcare). Carla sorridendo mi risponde che hanno fatto una fascetta dove il libro viene definito appunto "medaglia di legno", un modo carino per manifestare la loro delusione. 
A nottetempo però non ci si può lasciare prendere dalle amarezze, perché i libri da seguire sono davvero tantissimi: adesso è il momento de La tregua di Mario Benedetti, un titolo che era già stato pubblicato nel 2006. Benedetti è un autore uruguaiano che in Italia non ha ottenuto molta fama, mentre nei paesi ispanici è idolatrato. Carla Fiorentino mi racconta com'è avvenuta la sua riscoperta: qualche lettore lo chiedeva ancora, e allora si decide a leggerlo, e diventa immediatamente un suo libro del cuore, tanto da proporre di ripubblicarlo. Poi è capitata l'occasione che è stato letto anche da Roberto Saviano, che ne ha parlato su Facebook e che viene citato sulla fascetta. Dal 14 ottobre siamo così già alla sesta ristampa, da una tiratura iniziale di 500 copie ne sono state stampate 6000. Con un certo orgoglio Carla mi confida quali sono però le soddisfazioni più belle: il passaparola dei lettori, la magia che un libro riesce a creare, il coinvolgimento, la condivisione. Come è stato con Milena Agus, la scrittrice con cui nottetempo ha iniziato, e a cui è dedicato allo stand l'angolo "Angus mania", o Luciana Castellina, ciò che ha permesso a nottetempo di diventare quella che è. Carla nutre la speranza di poter rifare questa esperienza di ripescaggio dal catalogo: ciò significherebbe che i loro titoli sono sempre nuovi



E allora ci alziamo e facciamo un giro tra i libri: noto una cosa molto curiosa, post-it colorati attaccati ovunque. Un'idea di Carla, ovviamente, che non ama molto interferire nelle scelte dei lettori, e preferisce dare suggerimenti attraverso qualche nota appoggiata sui libri. Mi spiega così le varie collane di nottetempo; tra queste, mi colpisce narrativa.it, curata da Chiara Valerio, che propone nuovi autori italiani, figure, ovvero saggistica, ritratti, ovvero biografie di grandi personaggi, e cronache, in cui temi di attualità vengono raccontati in formato narrativo. Come ad esempio Cultura Karaoke della croata Dubravka Ugresic, autrice che nottetempo è orgogliosa di avere in catalogo. Tra i progetti 2015, invece, il futuro visto dal passato, libri scritti nel passato che raccontano un futuro che oggi è presente; la pubblicazione di un filosofo nordcoreano, che ci racconterò di una diversa società di massa, quella dei social media, dal punto di vista politico.         

Bene. La vita è bella. Il mondo è meraviglioso. Leggiamo tutti i libri di queste meravigliosi realtà editoriali!

B. 
   

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