martedì 11 novembre 2014

#Pbf2014 - 8 novembre: intervista a Flavia Cristina Simonelli e presentazione di "Assenza"

Questo post è dedicato a come si è conclusa la mia seconda giornata al Pisa Book Festival, ovvero con l'intervista alla scrittrice italo-brasiliana Flavia Cristina Simonelli ed il successivo incontro con Julio  Monteiro Martins.

La giornata sta ormai volgendo al termine: dopo l'intervista a Francesco Targhetta, ci sono stati mmmmille incontri di cui non vedo l'ora di parlare. Ma questa è una storia che merita un post a sé, e quindi ora ve la racconto. Il venerdì, dopo un secondo dal mio ingresso al Palazzo dei Congressi, ero già carica di roba come un asinello, e l'idea dello zaino non era stata esattamente brillante. Faccio così un giro tra gli stand in cerca di una borsa di tela, e rimango colpita da quella di Vittoria Iguazu Editora



Così mi presento a Riccardo Greco esordendo con: "avete le borse di tela: avete vinto". Solo io. In questo modo però iniziamo a chiacchierare, e mi faccio presentare questa realtà editoriale a me totalmente sconosciuta, ma che mi affascina e rapisce in tempo cinque minuti. Riccardo mi dice che l'indomani ci sarebbe stata la presentazione del libro di una scrittrice italo-brasiliana, e mi convince a parteciparvi, eliminando in men che non si dica un altro evento a cui avevo pensato di andare: bel lavoro! Il sabato, tra un incontro e l'altro, sono ripassata dal suo stand perché gli volevo fare qualche domanda prima della presentazione: lo vedo parlare con una donna bellissima, e mi dice: ma perché invece non intervisti Flavia, la scrittrice? Prima mi sciolgo, poi mi ripiglio e su di giri la rapisco per portarla fuori, in modo da poter conversare come si deve.


Flavia Cristina Simonelli è una persona meravigliosa. Ripropongo una definizione coniata in un momento-sbronza molto felice per una ragazza conosciuta da due minuti: lei è una donna che emana luce. Cerco di non perdere tempo, e le chiedo subito di presentarsi. Suo padre è italiano, e la madre è nata in Brasile, figlia di italiani. Le chiedo dove viva, e ridendo mi risponde, a San Paolo! Mi sento tanto tanto piccolina, lei di una delle più grandi metropoli del mondo, io di Borgo a Buggiano. Dice che lo deve fare. Ha insegnato portoghese agli stranieri, e adesso lavora come counseler biografica, attività di cui, si capisce da come ne parla, è profondamente innamorata.  Sono molto incuriosita dal suo rapporto con la lingua italiana: mi spiega che parlava con suo padre in italiano, e poi ha studiato presso il Colégio Dante Alighieri di San Paolo, dove però l'italiano era lingua straniera. È a casa che quindi ha praticato la lingua. Ha iniziato a desiderare di venire in Italia da quando aveva vent'anni, poi però la vita le ha portato altre cose, e adesso sta facendo ciò che voleva fare prima. A Verona ha incontrato Vanessa Castagna, ricercatrice universitaria presso la Ca' Foscari di Venezia, che si è proposta di tradurre e far pubblicare il suo romanzo. 

Chiedo quindi a Flavia di raccontarmi il suo percorso da scrittrice: Assenza è in realtà il suo terzo libro, ma il primo pubblicato in Italia. Mi confida con un po' di incredulità che in Brasile sta già per esserne stampata la seconda edizione, con il patrocinio (come in Italia) dell'associazione per la cura dell'alzheimer. Il filo conduttore del romanzo è infatti lo sviluppo dell'alzheimer: tutto inizia dal vuoto di memoria di un rinomato professore universitario durante un convegno, e si capirà poi che è stato colpito da questa terribile malattia. All'inizio però Ervin de Apolinário, il professore, non accetterà il suo stato di malato, provocando enormi conflitti nella sua famiglia. Alla fine si convince a farsi visitare da un neuropsichiatra: la maggior parte del racconto sarà narrata proprio dal punto di vista del medico, Daniel, in quanto nella sua infanzia c'è stato un momento di black-out generato dalla stessa malattia che aveva colpito sua nonna. Daniel però, in piena crisi di mezz'età, sarà poi coinvolto da una grande passione nei confronti della figlia di Ervin, e per questo svilupperà con il professore un rapporto sentimentale che ha le radici nell'assenza di suo padre. Si delineano così i temi portanti del romanzo, quelli del conflitto, del desiderio, dell'amoreMa soprattutto Flavia Cristina Simonelli tiene a sottolineare il tema della perdita dell'identità, denominatore comune di tutti i personaggi che abitano il suo romanzo. Mentre parlo con lei mi sembra già di stare leggendo il libro, e ci dobbiamo fermare perché altrimenti me lo avrebbe raccontato tutto! Mi ispira talmente tanto che me lo voglio godere senza spoiler.
Le chiedo allora se c'è qualcosa di autobiografico in questa storia. Mi risponde di no, anche se in realtà una storia non riesce mai a staccarsi del tutto dall'autore, perché le domande che ci si pongono nei libri vengono tutte dal proprio vissuto. Quanto è vero, Flavia! Ci spostiamo così a parlare di stile: lei cerca sempre di fare un piano, prima di scrivere, e quindi c'è una struttura iniziale che andrà però a vivificarsi man mano che i personaggi prenderanno corpo (un po' quello che diceva Dacia Maraini - cuori). Mi piace tantissimo l'immagine che usa per descrivere questa sensazione: è un po' come se i personaggi fossero i protagonisti di un film che si svolge all'interno della sua mente, così come le immagini, ed i luoghi. Il lavoro dello scrittore è quello di tradurre queste immagini. Ed in questo Flavia prova anche un po' di angoscia, perché, dice, è difficilissimo completare un libro con tutto quello che avresti da dire. Saranno i lettori a fare un altro cammino, attraverso la creazione di altre immagini, altri dialoghi.
Il tempo a mia disposizione è finito. Flavia non ha smesso un attimo di sorridere, ed io con lei. Ci abbracciamo come se ci stessimo salutando per sempre, quando sappiamo entrambe che ci rivedremo da lì a poco per la presentazione del suo libro.



Siamo in Sala Azzurra, e il pubblico è attento e concentrato. L'editore Riccardo Greco ha creato un clima bellissimo, e passa subito la parola a Julio Monteiro Martins, altro personaggio immenso del calibro di Jospeh Farrell, di cui io ignoravo completamente l'esistenza. Complimentoni. In un italiano dolcissimo, con la tipica cadenza brasileira, il direttore della rivista Sagarana esordisce dicendo che per lui è un regalo personale poter presentare un libro bello ed importante come Assenza. In esso vi è infatti l'incontro tra tematiche che si sono rafforzate durante il postmodernismo, ed in più c'è la tradizione brasiliana, poco conosciuta in Italia e in Europa, della letteratura urbana
Quello di Flavia Cristina Simonelli, prosegue il professor Martins, è un romanzo che si legge benissimo, scritto con un linguaggio diretto, semplice, immune alla retorica nonostante il tema trattato. E, nota bene, il protagonista non è nemmeno simpatico! (e qui penso che allora il mio professore di Teoria della Letteratura sarebbe proprio contento). Ervin è invece profondamente umano e decadente, e il suo è il percorso di un uomo che si spegne; il tema dell'alzheimer è poi trattato in maniera delicatissima. 
Il Postmodernismo ha visto l'avvicendarsi di spazi e tempi che hanno rinnovato la letteratura precedente, come ad esempio i non-luoghi. Anche il tema della malattia e del corpo era trattata in modo differente, prima degli anni Cinquanta: c'era la morte, non c'era il morire. C'era la pazzia, ma non l'impazzire. Niente processo, solo la conclusione. 
La seconda importante tematica presente nel romanzo, come anticipava, è quella della tradizione urbana brasiliana. Alla fine degli anni Cinquanta c'è stato il boom della Letteratura Latinoamericana, ma in realtà si è trattato solo di Letteratura Ispanoamericana! Quando in realtà la popolazione che parla spagnolo è solamente il 48%: l'altra metà, parla in portoghese. Ciò è avvenuto, spiega Julio Monteiro Martins, per diverse ragioni, e per due in particolare: la prima è che il boom è arrivato da Barcellona mediante un'attivissima agente letteraria che non leggeva in portoghese; la seconda, e più importante, è che la letteratura brasiliana era una letteratura con tematiche delle grandi città, senza cioè quell'elemento esotico che serviva in quel momento all'immaginario europeo. Ecco allora che le tematiche urbane sono rimaste lì, non servivano, ed il Brasile ne è rimasto talmente fuori che ancora non è quasi entrato in Italia, ma è una grande letteratura. Il professore fa poi notare che il Brasile è l'unico stato dei BRIC ad essere occidentale, ed anzi, è quasi più europeo dell'Europa stessa! Ha un nocciolo profondo di spirito europeo.

La parola viene poi passata alla scrittrice, la cui scrittura viene presentata come universale, cosmopolita, europea, urbana. Come mi ha detto nell'intervista, ha sempre vissuto una crisi d'identità molto forte: l'altro vede sempre ciò che non siamo, in Brasile è vista come italiana, in Italia come brasiliana. Il suo essere cresciuta a San Paolo ha avuto ovviamente un'influenza molto forte sulla scrittura, che oltre ad essere metropolitana, verte sulla ricerca psicologica, su ciò che si nasconde nei meandri della mente. La sua motivazione per la scelta di parlare di alzheimer è presto detta: nasce da una domanda. Flavia Cristina Simonelli si è infatti chiesta cosa viva dentro il vuoto totale, e come lo si viva. Allora si è documentata sulle malattie cerebrali, e si è avvicinata al mondo dell'alzheimer. Le persone che incontrava le dicevano che era come vivere la morte omeopatica: il corpo è lì, ma la persona non c'è. Nel suo romanzo, la figlia del professore dice che se lui non la riconosce, anche lei non lo riconosce più. Il dramma del non riconoscimento porta il vuoto dentro di sé. Dunque Assenza è un libro sui drammi umani, e si presta a diversi livelli di lettura. 

Lo so, l'ho fatta lunghissima, e chiedo perdono al coraggioso che è riuscito ad arrivare alla fine di questo post. Sono temi però che mi toccano da vicino, perché sono quelli che ho sempre studiato e amato maggiormente. Lo sradicamento, la perdita dell'identità, la metropoli; in una parola, il disagio. Per cui il mio invito è semplice: comprate questo libro, ed immergetevene completamente. Madre ha già iniziato a leggerlo, e ne è entusiasta (oh, Madre!). 

Ringrazio Riccardo Greco per la pazienza, Flavia Cristina Simonelli per la bellezza, Julio Monteiro Martins per la lezione meravigliosa e la chiacchierata amichevole allo stand della Vittoria Iguazu Editora, dove tutto si è concluso nell'unico modo in cui si possono concludere le cose belle, ovvero con un bel brindisi. In alto i calici, leggete Assenza!

B.

PS. All'incontro c'era anche Michela Bennici, che cura Il diario portoghese, blog "delle culture che scrivono, parlano, pensano in portoghese", uno spazio davvero interessante se volete approfondire questo mondo - io abbestia!   

3 commenti:

  1. Complimenti per il reportage, sei stata precisa e dettagliata, una vera giornalista coi fiocchi! Molto interessante l'intervista con la Simonelli, per quello che dice e per come lo dice. Penso che leggerò anch’io il suo libro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie cara, ma credo che ai veri giornalisti si accapponerebbe la pelle leggendo tutte le idiozie che ho partorito ;-)! E lei sì, è un'amore di donna, voglio spacciare il suo libro a tutti! Fammi sapere quando lo leggerai <3.

      Elimina
    2. Oh, ma ti assicuro - non scherzo - che è molto più istruttivo (oltre che genuino) leggere le tue esperienze che non quelle di qualche giornalista blasonato. Almeno qualche sorriso, qua e là, riesci sempre a strapparmelo, mentre gli altri sono così noiosi... :-D ;-))

      Elimina

Ti potrebbe anche interessare...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...